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martedì 21 agosto 2012

Isola Comacina: piccola gemma del Lago di Como

(foto di Andrea Gatti)


A un centinaio di metri dalla costa occidentale del Lago di Como, nel Comune di Ossuccio, si erge l’unica isola del Lago, lunga circa 600 metri e larga appena 200, l'Isola Comacina comprende una superficie totale di 6 ettari, coperta da una rigogliosa vegetazione tipicamente mediterranea composta da tigli, ulivi e allori, insieme a specie come il bagolaro, il carpino nero e il gelso. Questo scenografico lembo di terra è caratterizzato da una natura splendida, offre uno dei panorami più belli del Lago: un luogo ricco di magia, storia e cultura. L’Isola Comacina è un piccolo tesoro del Lago di Como e ricoprì un ruolo importante nella storia comasca dal periodo romano fino al medioevo. Considerata uno dei siti archeologici più straordinari dell’Italia Settentrionale per i reperti risalenti all’Alto medioevo, l’Isola Comacina ha ottenuto nuovamente la gloria del passato grazie alle campagne di scavo compiute nel corso del 1900. Queste operazioni hanno riportato ritrovamenti archeologici di eccezionale interesse storico databile dall’epoca romana al XVI secolo. Il merito della prima campagna di scavi , compiuta nel 1914 si deve allo storico ed archeologo Ugo Monneret de Villard e fu rivolta totalmente alla scoperta dei resti di S. Eufemia. Seguirono quindi altre cinque campagne archeologiche tra 1958 e il 1978, condotte dall’architetto Luigi Mario Belloni, grande appassionato della terra lariana. Si scoprirono numerosi resti architettonici per lo più paleocristiani e altomedievali insieme a un’ingente quantità di reperti mobili. Belloni fece anche una campagna di ricerche subacquee nell’area lacustre circostante che permise di riportare a terra numerosi reperti appartenuti all’Isola. Oltre ai numerosi resti civili si notano i resti di un colonnato marmoreo di epoca romana visibili sotto il pavimento della secentesca chiesa di S. Giovanni Battista. Vi sono poi ritrovamenti tardo-antichi, come il basamento di una torre che funse con ogni probabilità da campanile per la Basilica romanica di S. Eufemia. Le valenze archeologiche più notevoli riguardano quest’ultimo complesso, di cui sono visibili la divisione a tre navate e tre absidi, la bellissima cripta e il portico ad ali antistante, insieme ai resti della chiesa di S. Maria col Portico e di S. Pietro in Castello. Alcune ricerche hanno riguardato anche le murature in pietra squadrata del complesso medievale dei SS. Faustino e Giovita. Secondo il mito storiografico dei Magistri Comacini l’Isola fu il luogo d’origine dell’arte comacina, che confluendo nello stile lombardo, contribuì a generare il grande filone del Romanico. Il complesso dei SS. Faustino e Giovita presenta notevoli murature esterne in pietra squadrata, la cui costruzione è attribuita all’insuperata maestria degli artisti locali del XII secolo. La chiesa secentesca di S. Giovanni Battista presenta affreschi e stucchi databili tra il 1800 e il 1900, mentre l’altare è rivestito di un paliotto in marmo di Varenna intarsiato a scagliola. Il percorso culturale si completa le tre case per artisti, costruite dall’architetto Pietro Lingeri in stile razionalista nel 1940. La massima funzionalità e la solida essenzialità si uniscono all’uso dei materiali locali, come la pietra di Moltrasio e il legno di castagno, rendendo i tre fabbricati perfettamente inseriti nel contesto o dell’Isola Comacina. L’itinerario naturalistico di questa piccola gemma offre la straordinaria opportunità di apprezzare a pieno un luogo incantato e pittoresco dove natura e tradizioni si fondono contribuendo a rendere questo angolo di mondo unico e senza rivali. Dal 01 Marzo al 31 Ottobre 2012Visita, EscursioneComune:OssuccioIndirizzo: Isola ComacinaOrario:tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00Tel.: Museo Antiquarium 0344/56369Email:info@isola-comacina.itSito web:http://www.isola-comacina.it



A hundred meters from the western shoreof Lake Comoin the town of Ossuccio, stands the only island of LakeComo, about 600 meters long and 200 wide and covers an area of ​​6 hectares, covered by a lush Mediterranean vegetation consisting of lime, olive and laurel trees, hackberry, hornbeam and mulberry. This spectacular piece of land has a beautiful nature and offers one of the most beautiful views of the lake: a place full of magic, history and culture. TheComacina Islandis a small treasure of Lake Como and had an important role in the history of Como from the Roman period to the Middle Ages. Considered one of the most impressive archaeological sites in northern Italy for artifacts dating back to the High Middle Ages, the island Comacina got back the glory of the past thanks to the excavations carried out in the course of 1900. These works are reported archaeological finds of exceptional historical interest dating from Roman times to the sixteenth century. The merit of the first excavations, carried out in 1914 is due to the historian and archaeologist Monneret Ugo de Villard and was directed entirely to the discovery of the remains of St. Eufemia. Then followed by five other archaeological excavations between 1958 and 1978, led by architect Luigi Mario Belloni, a great lover of the Lake. He discovered numerous architectural remains mostly Christian and early medieval along with a large amount of movable finds. Belloni also made a campaign of underwater research in the area surrounding the lake that allowed him to return to earth many artifacts belonging to the Island. In addition to numerous civilians remains are the remains of a Roman marble columns visible beneath the floor of the seventeenth-century church of St. John the Baptist. There are also findings late antiquity, as the base of a tower that served in all probability as a bell tower for the Romanesque Church of St. Eufemia. The most important of these latter values ​​archaeological complex, where you can see the division with three naves and three apses, the beautiful crypt and the porch in front of the wings, along with the remains of the church of S. Mary with Portico and S. Peter Castle. Some research also focused on the stone walls of the square medieval complex of SS. Faustino and Jovita.
According to the myth historiographic Magistri Comacini the island was the birthplace of the art “comacina” that flowing in the Lombardstyle, helped to create the great tradition of Romanesque. The complex of SS. Faustino and Jovita has significant external walls of hewn stone, the construction of which is attributed all'insuperata skill of local artists of the twelfth century.
The seventeenth-century church of St. John the Baptist has frescoes and stuccos dating between 1800 and 1900, while the altar is covered with a marble from Varenna.
The cultural completes the three houses for artists, built by the architect Pietro Lingeri rationalist style in 1940. Maximum functionality and simplicity combine solid use of local materials, such as stone of Moltrasio and chestnut wood, making the three buildings fit perfectly into the context or the Island Comacina.
The nature trail of this little gem offers a unique opportunity to fully appreciate an enchanted place where nature and picturesque traditions come together helping to make this part of the world unique and unrivaled.

 

una rappresentazione di Stefano Butera olio su tavola

oil paintng By Stefano Butera



Everyone can visit Comacina Island in spring and summer : From 01 March to 31 October 2012 every day from 10.00 to 17.  web: http://www.isola-comacina. it

 

venerdì 17 agosto 2012

La poesia della vita Modellata in un volto - mostra sculture di Diego Ortelli


La poesia della vita modellata in un volto" - Mostra sculture di Diego Ortelli
Il Piccolo Museo del Bisbino ospita, dal 15 agosto al 25 dicembre 2012, le sculture dell'artista cernobbiese Diego Ortelli. Sono previste aperture anche nei giorni di sabato e domenica.
Diego Ortelli nasce a Rovenna il 12 novembre 1936. Iniziò da giovanissimo a lavorare la creta e il gesso seguendo le orme del padre Giovanni anche lui restauratore.
La sua attività lo ha portato a restaurare alcune tra le più famose ville d'epoca (Villa Olmo, Villa D'Este) e chiese e il Duomo di Como. Il suo grande interesse per le arti figurative, per il disegno, l'uso del gesso per la creazione di modelli e l'esperienza acquisita in fonderia, lo facilitarono all'arte della scultura nella quale si esprime oggi in modo  unico ed appassionato con chiaro riferimento  alle rocce del Bisbino.
Info:
Presidente Associazione "Amici del Bisbino" dr. Edera tel. 031.340771.



BIOGRAFIA
Diego Ortelli nasce a Rovenna, (Cernobbio) nel 1936 ove risiede ancora oggi. Iniziò a lavorare la creta e il gesso seguendo le orme del padre Giovanni, noto restauratore. A partire dal 1955 lavorò come decoratore e restauratore a Milano e a Como. La sua attività artistica lo portò a  restaurare alcune delle ville d'epoca più famose del lago di Como come Villa d'Este e Villa Olmo). Il suo grande interesse per le arti figurative, per il disegno, l'uso del gesso per la creazione di modelli e l'esperienza acquisita in fonderia, lo facilitarono nella raffinata arte della scultura nella quale si esprime oggi in modo appassionato riferendosi alle rocce del Bisbino.Per un breve periodo tenne corsi serali sulla modellazione degli stucchi, presso la scuola professionale d'arte e mestieri "Castellini" di Como, ma il suo carattere schivo e fin anche timido lo riportarono ai suoi studi e alle sue sculture che fa nascere in un piccolo laboratorio ricavato presso l'abitazione a Rovenna e anche nella sua baita a Madrona immerso, o meglio dove è parte, delle sue sculture.

 

lunedì 6 agosto 2012

Le splendide opere di Carol Botto maestra dell'iperrealismo.


Carol nasce a Genova il 22 luglio 1971 da mamma italo-anglo-equadoregna e papá navigatore.

Fino all'età di 17 anni vive a Chiavari e frequenta il liceo scientifico Marconi che concluderà poi a Pieve di Cadore (BL) nel 1988. Nell'arco di questi 18 anni Carol dedica molto del suo tempo a viaggiare, una passione che coltiva ancora oggi.  A Belo Horizonte in Brasile all’età di 29 anni  scopre la sua vera passione... la pittura ed in poco tempo diventa una grande iper realista. Nel 2001 si trasferisce a Rio e vince svariati concorsi di pittura.

Nel 2002 fa la sua prima esposizione nella città che l'ha ospitata per tanti anni (Chiavari) insieme al suo maestro brasiliano ... ed è un successo!

Da allora non ha più smesso di dipingere. La sua pittura passa dai colori più accesi al bianco e nero, i temi più amati sono l'acqua e la frutta ricca c'è grande vitalità e colore. Carol è un’artista  alla continua ricerca di soggetti  e di esperienze nuove per mettere l’osservatore  di fronte ad un qualcosa su cui deve riflettere, di fronte ad emozioni che non sai spiegare. Le sue opere danno   serenità, vitalità ed allegria e sono di altissima qualità pittorica.








Carol Botto was born in Genoa in 1971. She has a very cosmopolitan background as her mother is of Italian, English and Ecuadorian ancestry, and her father, being a sailor, has taken his family to exotic places. Till the age of 17 she lived in Chiavari. where she attended the “Marconi.” Scientific High School. She completed her education in Pieve di Cadore in 1988.
During the first 18 years of life she travelled a lot, a passion that she still cultivates today.
While living in Belluno she attended a course for interpreters at the Marco Polo School with the same constant idea in her mind: travelling. Finally at the age of 29 in Belo Horizonte, Brazil, she discovered her real passion: painting. In a short time, she became a hyperrealist and won several art contests. In 2002 she presented her first exhibition in Italy where her paintings are now exhibited and sold regularly.
Her style ranges from bright colours to black and white. Her favourite themes are “water” and “children”, and her paintings of fruits are luscious and those of cigars are sensual. She is always discovering new and new experiences such as the association of colors to black and white. She is constantly seeking for something that photography cannot give us. Confronted by her art you experience the surfacing of emotions that are hard to explain. The loneliness she has often experienced reflects in the serenity of her works, while her vitality is revealed by the vividness of her colours that transmit a feeling of happiness.