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sabato 23 marzo 2013

L'espressino: un caffè a regola d'arte


STORIA DEL CAFFE’ - La filiera produttiva del caffè è una lunga storia. Inizia con il seme dal quale si ottiene la piccola pianta del caffè che dopo qualche anno comincia a fruttificare. Una materia prima che viene da lontano trasformata in un gusto che viaggia per tutto il mondo.
Eppure, pochi conoscono l’origine del caffè, la sua antichità, il suo significato sociale. Basti pensare che, accanto a citazioni di Omero, ci sono leggende popolari che descrivono ignari consumatori di bacche rossastre rinvigoriti e sollevati. Probabilmente il nome arabo deriva da Kaffa, una regione dell’Etiopia dove cresce una varietà spontanea di Coffea.
Le piante di caffè vengono coltivate nella fascia compresa tra il 25° parallelo di latitudine Nord e il 25° di latitudine Sud, in terre che per temperatura, insolazione e natura del suolo sono ideali alla loro crescita.
Dai frutti prima verdi e poi maturi come ciliege rosse, si estrae il caffè verde che viene poi essiccato al sole. Delle circa 60 specie di piante di caffè esistenti, solo 25 sono le più commerciali per i frutti, ma di queste solo le prime 4 hanno un posto di rilievo nel commercio dei chicchi di caffè: la Coffea Liberica e la Coffea Excelsa e le più diffuse e importanti Coffea Arabica e Coffea Robusta. Pur appartenendo alla stessa famiglia botanica, le due specie hanno proprietà differenti che definiscono sapori completamente diversi tra di loro.
La varietà Arabica è qualitativamente migliore e rappresenta quasi il 70% della produzione mondiale. I grani sono piccoli e di forma allungata, hanno un intenso profumo aromatico. Il loro colore caratteristico è il verde rame. Le piante di Arabica prosperano in terreni dotati di minerali, specie quelli di origine vulcanica, situati oltre i 600 metri di altezza. Il clima ideale deve aggirarsi intorno alla temperatura media di 20°C dove i chicchi maturano lentamente sviluppando quelli che, con la tostatura, diverranno sapori dolci e soavi.
Somigliante alla Coffea Arabica, la varietà Robusta presenta rami che si incurvano a forma di ombrello, verso terra. Durante l’anno la fioritura si ripete tre volte. I suoi grani tondeggianti sono più piccoli e irregolari, di colore verde giallo, sono più carichi di caffeina rispetto alla specie precedente e, una volta torrefatti, danno origine ad un sapore caratterizzato da una spiccata amarezza. Esistono due sistemi di lavorazione del caffè crudo: secco e lavato. Nel caffè lavorato a secco, detto caffè naturale, le bacche appena raccolte vengono direttamente messe ad essiccare al sole.
Il caffè lavato viene invece prima privato della polpa attraverso il lavaggio in apposite vasche di fermentazione e poi messo ad essiccare al sole avvolto dal solo pergamino, l’ultima pellicola prima del chicco.
 
 

Il caffè fa parte della vita degli italiani e per gustarne uno davvero eccezionale ANDATE ALL’ ESPRESSINO: un grazioso bar nel centro di Cernobbio dove  l'attenzione per il cliente inizia nella scelta dei prodotti da servire e far degustare - rigorosamente freschi - da colture biologiche e di altissima qualità.

L'immancabile ESPRESSO in tutte le sue varianti ed inoltre, cioccolata artigianale, cappuccino, the bio, brioches artigianali , paste frolle e torte al taglio assolutamente deliziose, succhi di frutta bio, spremute e centrifughe di frutta fresca, yogurt bio, marmellate bio, marmellate senza glutine, cioccolato, miele e tanto altro ancora…

...in ogni tazzina che viene servita all’ESPRESSINO  trovi qualità e cortesia,  una piacevole  pausa nei momenti di stress dai ritmi frenetici della vita moderna.

all’ESPRESSINO scoprirai il gusto di assaporare prodotti freschi e biologici - con particolare attenzione agli amici con problemi di intolleranze alimentari. Il locale è piccole ma assolutamente accogliente e chic. La gentilezza del personale è un’altra prerogativa del locale.

 

ESPRESSINO

P.za Partigiani, 1
22012 Cernobbio (CO)
Tel. 031-512891

 

http://www.lespressino.it/

 

mercoledì 13 marzo 2013

Pellegrino Tibaldi: grande pittore ed architetto


Pellegrino Tibaldi, pittore e architetto nasce a Puria di Valsolda nel 1527 . Figlio di Tebaldo e fratello di Domenico, fu attivo in diverse città italiane e in Spagna.  Pellegrino Tibaldi Iniziò la sua carriera artistica dipingendo opere in cui risaltavano i suoi studi  alla scuola del Bagnocavallo al quale aggiunse molti influssi michelangioleschi per proseguire successivamente con realizzazioni  architettoniche in molte città lombarde alle come Cernobbio, Pavia, Novara, Milano alle  quali lasciò un'eredità fondamentale per l'evoluzione dell'architettura in questa regione. Pellegrino Tibaldi ha iniziato la sua formazione  come pittore a Bologna e la sua pittura si avvicinò alla scuola  michelangiolesca grazie anche alla sua collaborazione con Daniele da Volterra  nella realizzazione della cappella Della Rovere a Trinità dei Monti. Dopo un periodo di attività nella città di Ancona con il restauro e decorazione della Loggia dei Mercanti e la  decorazione del salone di palazzo Ferretti  dedico tutto il suo impegno  nel campo dell'architettura. Nel 1563 Tibaldi si trova a Ferrara, dove conosce Vasari. Successivamente si spostò a  Milano e realizzò alcuni progetti importanti come palazzo Erba Odescalchi, palazzo Spinola e palazzo di Prospero Visconti . Pellegrino Tibaldi gode della stima e dell’appoggio di Carlo Borromeo e inizia a lavorare prevalentemente come architetto e pittore  per il cardinale. Divenne architetto del Duomo di Milano per il quale eseguì molti lavori  tra cui il battistero.  A Pavia,  progettò il monumentale edificio del convitto universitario  dell'Almo Collegio Borromeo e  il Collegio Ghislieri . La parte che più interessa alla zona lariana fu il suo  progettò, su commissione del cardinale Tolomeo Gallio,  per la costruzione della dimora più famosa di Cernobbio: Villa d'Este, ora uno degli hotel più belli e famosi  del Mondo.





Tibaldi lavorò anche a Novara nel rifacimento della chiesa di San Gaudenzio. Nel 1586 fu chiamato in Spagna  alla corte di Filippo II e si dedicò nuovamente alla pittura realizzando i magnifici affreschi del chiostro e della biblioteca dell'Escorial portando a termine un lavoro superbo che lo porterà a ricevere la nomina da parte del sovrano di Marchese di Valsolda. Pellegrino Tibaldi è senza ombra di dubbio uno degli artisti più importanti della seconda metà del XVI secolo,   considerato come  il prosecutore dell’arte del Parmigianino , di Niccolò dell'Abbate ed erede di Michelangelo . Un grande pittore e un grande architetto, un artista completo che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte italiana.

Cernobbio: cittadina pittoresca

 

Cernobbio, adagiata ai  piedi del Monte Bisbino (1325 metri ),  è una  delle città più belle in Lario ed attira molti  turisti durante l’anno soprattutto in alta stagione.  Si trova a pochi chilometri dalla città di Como, raggiungibile grazie alla  Via Regina che costeggia  la sponda occidentale del lago. La cittadina è composta da varie frazioni: Mornello, San Giuseppe, Casnedo, Piazza Santo Stefano, Olzino, Nolcino, Toldino, Stimianico, Sant.Andrea, Garotto, Stomaino, Rovenna, Madrona, Duello, Pievenello, Piazzola. Durante la seconda guerra mondiale alcune di queste zone ( Casnedo, Stimianico, Olzino e Piazza Santo Stefano) erano residenziali ed ospitavano gerarchi del III Reich e del regime fascista. La zona protetta partiva da dove attualmente si trova la stazione dei Carabinieri (zona Via Libertà) con un posto di blocco molto rigido ed attivo 24 ore su 24. Ancora oggi queste frazioni sono principalmente residenziali ed ospitano delle bellissime strutture.




la strettoia: il cuore commerciale di Cernobbio

Facendo un salto nella storia  ricordiamo che il comune di Cernobbio è nato dal raggruppamento di alcune  case intorno ad un convento (Coenobium) di suore del XII sec e si ipotizza che il nome Cernobbio derivi proprio dalla questa parola. Durante il  1751 Cernobbio era legata ancora alla città di Como, contava quattrocento abitanti e aveva una propria forma di rappresentanza autonoma. La comunità veniva regolata da un consiglio su convocazione del console. Il Comune era sottoposto alla giurisdizione del Podestà di Como. Solo con la Riforma al governo della città di Como, Cernobbio venne inserita nel Territorio civile della città di Como e dello Stato di Milano. Nel 1797 Cernobbio entrò a far parte del Dipartimento del Lario, per passare con legge del 1799 nel Dipartimento dell’Olona, e poi tornare nel Dipartimento del Lario nel 1801. Durante la costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, Cernobbio era amministrata da un sindaco e la popolazione era di circa 830 abitanti.

 



 
Lago di Como

Poco tempo dopo al “centro cittadino” del Comune di Cernobbio vennero aggregati i comuni di Piazza Santo Stefano e Rovenna formando un’unica comunità. Attorno al 1930 la popolazione raggiunse i 5000 abitanti. Dopo gli anni 40 la crescita cernobbiese aumentò bruscamente e si venne a creare una conurbazione molto ampia tanto che, negli anni d'oro del boom economico  divenne una meta turistica molto ambita, favorendo lo sviluppo e la fama di questa “perla”del Lago di Como.

L'imbarcadero liberty a Cernobbio


Cernobbio è collegata in modo molto efficace a tutte le altre località del Lario grazie ad un ottimo servizio di battelli ed è anche il modo migliore per vedere le ville che si specchiano nelle sue acque.  Cernobbio è una città straordinariamente pittoresca: il lago,  stradine strette, antiche piazze, splendidi negozi, caffè, trattorie, ristoranti,  chiese, studi professionali,  ville meravigliose ed  offre un’ampia scelta di alloggi  confortevoli ed adatti a tutte le tasche. Tra questi il più famoso ed imponente è sicuramente Villa d'Este  costruita sul sito di un antico convento.


Villa d'Este


La proprietà fu acquistata dalla principessa Carolina di Brunswick una discendente della famiglia d'Este che governò Modena e Ferrara nel tardo medioevo. Principessa Caroline era anche la Principessa del Galles , futura  regina  e consorte di  re Giorgio IV. L'ampio e curato parco che circonda le strutture principali della villa è dotato di grotte, fontane  e sculture.
Ci sono due altre ville importanti a Cernobbio: Villa Erba e Villa Pizzo. La prima, costruita nel 1899, sulle fondamenta di un’altra villa  (Villa Nuova) che, a sua volta, era stata costruita su un terreno un tempo occupato da un monastero.  Oggi Villa Erba è utilizzata come un centro conferenze ed ospita molti eventi di rilevanza nazionale ed internazionale. Villa Pizzo, risalente alla metà del 16 ed ha un vasto parco alberato. Al suo interno vanta una serie di affreschi del 17 ° secolo. Una bellezza senza paragoni al quale si aggiunge la cordialità e il calore dei suoi abitanti. Cernobbio è famosa in tutto il mondo,  gode di un prestigio internazionale ed è una località davvero unica ed inimitabile.

..una gita sul lago di Como..

Visitando le pagine del blog troverete i posto correlati su ville, chiese, negozi ecc ecc. tanti post dedicati a chi come noi ama il territorio lariano.

 
Piazza Castello
 
Vicoli del centro storico di Cernobbio

 
Splendidi dettagli
 
 


 
 

lunedì 11 marzo 2013

Villa Bernasconi: capolavoro dello stile liberty italiano


La villa Bernasconi, già nota come Villa Sommaruga per un'incauta attribuzione all'omonimo architetto, fu costruita nel 1906 su progetto dell'architetto milanese Alfredo Campanini, che nello stesso periodo stava costruendo a Milano il  palazzo Campanini situato in via Bellini, su ordine  dell'industriale serico Davide Bernasconi, ed è  ancora oggi un bellissimo esempio dello stile liberty italiano. La villa non fu edificata direttamente a lago, ma vicino all’ industria tessile del committente. Si tratta di un edificio di grandi dimensioni, una dimora  con ampi spazi, ricca di decorazioni (ispirate all’industria tessile), dove sono stati sapientemente utilizzati  i materiali più disparati:  dai vetri colorati, alle ceramiche policrome, al ferro battuto. L’edificio è a pianta libera e volumi articolati in altezza culminanti in una splendida  torretta belvedere.  I motivi  modellati sui cornicioni, sugli ingressi e in prossimità dei balconi  furono creati appositamente ispirandosi al baco da seta, essendo proprietà di un imprenditore serico e sono una  testimonianza dedicata della fiorente attività tessile comasca del tempo.  
 
 
 
Tutti questi elementi architettonici rendono la villa un capolavoro artistico,  un gioiello liberty, che merita di essere visitato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la villa divenne per alcuni anni sede della Guardia di Finanza per essere acquistata negli anni ottanta dal  Comune di Cernobbio allo scopo di creare uno  spazio espositivo per mostre d’arte ed eventi culturali.

mercoledì 6 marzo 2013

Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone : pittore molto attivo nel territorio lariano


Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone nacque nei pressi di  Varese nel 1571 ( 1573) e morì  a Piacenza nel 1626. Grande artista e  pittore molto attivo nel territorio lariano, è sicuramente una delle  figure artistiche  più rappresentative del Seicento lombardo. Soggiornò a Roma in gioventù e si dedicò allo studio delle  opere del Caravaggio e dei manieristi attivi nella capitale per poter apprendere e approfondire , entro i termini del manierismo settentrionale, la ricerca di un colore ricco e profondo, soggetti di una drammaticità forte e poetici giochi di  luce e ombra.  Le sue opere principali sono i grandi affreschi del Sacro Monte di Varese e di Varallo, gli  affreschi in S. Gaudenzio di Novara  e parte della decorazione della cupola del duomo di Piacenza. Il Morazzone dimorò anche a Milano, dove fu caro al cardinale Federico Borromeo e grande amico del Cerano e del  Procaccini, e anche a Torino dove fu al servizio del duca di Savoia, che lo onorò anche d'un titolo cavalleresco. Tra il 1608 ed il 1613 il Morazzone fu molto attivo nella città di Como, ove dipinse la pala per la chiesa della Santissima Trinità , gli affreschi della volta della sagrestia dei Mansionari nel Duomo, la grande lunetta con "La caduta degli angeli ribelli" per la chiesa di San Giovanni Pedemonte (ora nella pinacoteca civica), le tele in una cappella della chiesa di Sant'Agostino ed il Gonfalone della Confraternita del Santissimo Sacramento e di Sant' Abbondio in Duomo, il cui contratto di commissione venne curato da Giovan Battista Borsieri, da Giovan Pietro Odescalchi e dal Canonico Quintilio Lucini Passalacqua.  
 
 
 
Quest’opera è conservata nel Duomo di Como. Il prezioso  stendardo veniva portato in processione ogni 2 aprile per la festa del Santo patrono descritta dal canonico  Lucini Passalacqua nel 1620. Ci vollero due anni per creare il manufatto e può essere considerato  uno splendido insieme  di pittura e ricamo dall’elevata qualità  tecnica.

Il Canonico richiese successivamente , intorno al 1613,  la collaborazione del Morazzone per realizzare il suo prezioso scrittoio, oggi custodito al Museo del Castello Sforzesco di Milano.