Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone nacque
nei pressi di Varese nel 1571 ( 1573) e
morì a Piacenza nel 1626. Grande artista
e pittore molto attivo nel territorio
lariano, è sicuramente una delle figure
artistiche più rappresentative del
Seicento lombardo. Soggiornò a Roma in gioventù e si dedicò allo studio
delle opere del Caravaggio e dei
manieristi attivi nella capitale per poter apprendere e approfondire , entro i
termini del manierismo settentrionale, la ricerca di un colore ricco e
profondo, soggetti di una drammaticità forte e poetici giochi di luce e ombra.
Le sue opere principali sono i grandi affreschi del Sacro Monte di Varese e di Varallo,
gli affreschi in S. Gaudenzio di
Novara e parte della decorazione della
cupola del duomo di Piacenza. Il Morazzone dimorò anche a Milano, dove fu caro
al cardinale Federico Borromeo e grande amico del Cerano e del Procaccini, e anche a Torino dove fu al
servizio del duca di Savoia, che lo onorò anche d'un titolo cavalleresco. Tra
il 1608 ed il 1613 il Morazzone fu molto attivo nella
città di Como, ove dipinse
la pala per la chiesa della Santissima Trinità , gli affreschi della volta
della sagrestia dei Mansionari nel Duomo, la grande lunetta con "La caduta
degli angeli ribelli" per la chiesa di San Giovanni Pedemonte (ora nella
pinacoteca civica), le tele in una cappella della chiesa di Sant'Agostino ed il
Gonfalone della Confraternita del Santissimo Sacramento e di Sant' Abbondio in
Duomo, il cui contratto di commissione venne curato da Giovan Battista
Borsieri, da Giovan Pietro Odescalchi
e dal Canonico Quintilio Lucini Passalacqua.
Quest’opera è conservata nel Duomo di Como. Il prezioso stendardo veniva portato in processione ogni 2
aprile per la festa del Santo patrono descritta dal canonico Lucini Passalacqua nel 1620. Ci vollero due
anni per creare il manufatto e può essere considerato uno splendido insieme di pittura e ricamo dall’elevata qualità tecnica.
Il Canonico richiese successivamente , intorno al 1613, la collaborazione del Morazzone per realizzare
il suo prezioso scrittoio, oggi custodito al Museo del Castello Sforzesco di Milano.