Matteo Galvano nasce a Como nel 1983 e compie gli studi presso l'Istituto d'Arte di Cantù dove si diploma brillantemente.
Disegnatore e scultore, ha realizzato numerose mostre sia in Italia che all’estero, ricevendo recensioni da critici, riviste specializzate e quotidiani.
Ha fatto esposizioni private e pubbliche come Art-Design/scenografie presso i set di studi cinematografici e sfilate di moda.
Nelle sue opere l'artista utilizza uno strumento contemporaneo estremamente comune: la penna a biro. I critici che hanno scritto su di lui dicono: "La sua tecnica parte dal magico intreccio del nero e del bianco, della vita e della morte, dell'essere e del non essere; il tutto con una precisione che enfatizza la beltà degli elementi raffigurati. Il suo tratto è vivo, perché tutto richiama il movimento". I soggetti raffigurati sono architetture contemporanee: palazzi, cartelli stradali, lampioni, semafori, "giungle urbane", senza la presenza di esseri viventi o mezzi in movimento quasi a voler rendere esclusivamente protagonista tutto ciò che l'uomo ha costruito. Nelle "pittura a biro" di Galvano si può osservare la ricerca dello spazio e dell'effetto ottico dato alle strutture in rilievo grazie a un sapiente utilizzo della luce. La critica d’arte Elisa Pini, con la quale Galvano collabora, parla così della “pittura” dell’artista comasco: "Le architetture urbane di Galvano colpiscono per i volumi definiti, sottolineati da sapienti effetti chiaroscurali. Palazzi e grattacieli “nascono” dallo sfondo bianco con una forza espressiva dirompente."
Matteo Galvano dal 2008 lavora anche con la scultura raffigurando in prevalenza soggetti animali e esseri umani. Le sue sculture sono formate da pezzi di scarto di metallo lavorati e assemblati. Nelle sue opere si notano dei particolari voluti dallo stesso artista, che fanno pensare e vedere espressioni di vitalità e dinamicità, pur essendo sculture rigide e prive di movimento. Matteo Galvano, pittore e scultore, è un artista che è riuscito a sviluppare una tecnica pittorica, con la quale è possibile ottenere veri e propri dipinti semplicemente sostituendo i tradizionali pennelli e colori con un semplice strumento di uso comune, la penna biro, che nelle sue sagaci mani diventa protagonista indiscussa di capolavori che suscitano immediato interesse nello spettatore.
Lucia Magatti, direttrice della galleria Estense Arte di Cernobbio lo descrive con queste parole "Galvano riesce infatti ad ottenere effetti chiaroscurali impressionanti, e fa nascere opere di architettura sbalorditive. Con la sua "pittura a Biro" Galvano accosta linee e orditure l'una all'altra, in modo da creare un soggetto urbano, ricco di luci e sfumature senza l'ausilio del colore, dove il bianco regna sovrano con la sua luce e il nero ne esalta la purezza. Una pittura apparentemente semplice ma che non ammette cancellature, il quale utilizzo richiede una grande capacità artistica e un'estrema precisione nell'eseguire l'opera.
La "pittura a biro" è una tecnica artistica molto impegnativa e di altissimo livello, una tecnica che impegna l'artista a pensare tutta l'opera, per poi riproporla senza possibilità di errore sul foglio, una tecnica che non può essere considerata semplice o banale.
Un grande artista che ama rappresentare una pittura pulita e semplicemente sbalorditiva. (A.L.)