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domenica 17 febbraio 2013

Alessandro Manzoni: massimo esponente del romanticismo italiano

Ritratto di Alessandro manzoni di Francesco Hayez

Uno dei maggiori autori della letteratura italiana e forse il massimo esponente del nostro romanticismo.   Alessandro Manzoni  nacque a Milano nel 1785 dal nobiluomo Pietro e Giulia, la figlia di Cesare Beccaria. Fra il 1791 e il 1800 frequento i  collegi dei padri somaschi a Merate e a Lugano, successivamente quello dei  barnabiti a Milano. Quando uscì dal collegio aveva sedici anni con idee molto razionaliste. Si inserì  nell’ambiente culturale milanese del periodo napoleonico. Strinse un legame con i profughi napoletani Cuoco e Lomonaco e  frequentò poeti già noti come Foscolo e Monti. Nel frattempo la sua famiglia si sciolse, la madre si separò dal marito e si trasferì a Parigi con il nuovo compagno  Carlo Imbonati, e dopo la morte di quest’ultimo nel  1805, Alessandro si stabilì da lei in Francia. Questi anni  influirono concretamente sulla sua formazione culturale.


A Parigi frequentò ambienti intellettuali popolati da personaggi come Cabanys, Tracy, Thierry, di posizioni liberali e di forte rigore morale. Il rapporto più importante per il Manzoni fu quello stretto con Claude Fauriel: attraverso un fitto scambio epistolare durato qualche anno, a poco a poco, questi divenne per il  Manzoni un importante punto di riferimento nella sua attività di scrittore. Nel 1808 si sposò con Enrichetta una giovane residente a Milano, e il matrimonio contribuì a cambiare molto il Manzoni poiché totalmente rapito dall’affetto che provava per la moglie subì il suo  l'influsso  calvinista, esercitando dei mutamenti sulla sua vita religiosa.


La conversione dell'Innominato di Birelli Arcangiolo


Nel 1810 lo scrittore lasciò Parigi per tornare definitivamente a Milano. La sua visione della realtà era ormai completamente improntata al cattolicesimo. Il mutamento si ripercosse anche sulla sua attività letteraria: smise di comporre versi classici , (l’ultimo esemplare rimane Urania, un poemetto del 1809) per dedicarsi alla stesura degli Inni sacri ( 1812-1815), che aprirono la strada ad una successiva produzione di stampo romantico, storico e religioso
In quegli anni il Manzoni si accostò a suo modo alle tesi romantiche, vivendo il rapporto con il suo tempo interpretandone gli ideali e l’impegno morale, sempre  alla ricerca di una lingua “viva”. Si avvicinò al movimento romantico milanese e ne seguì gli sviluppi e le riunioni  ma non partecipò mai  alle polemiche con i classicisti e declinò perfino l’invito a partecipare al «Conciliatore». Il suo atteggiamento era analogo nei confronti della politica: seguì con entusiasmo gli avvenimenti del 1820-1821, ma non vi partecipò attivamente e non venne colpito dalla dura repressione austriaca che ne seguì. Sono questi gli anni in cui esplose la sua vena creativa  in cui nacquero le odi civili, la Pentecoste, le tragedie come Il conte di Carmagnola, Adelchi, le prime due stesure de I promessi Sposi , inizialmente intitolato Fermo e Lucia, le Osservazioni sulla morale cattolica, il Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia, ai saggi di teoria letteraria sulle unità drammatiche e sul Romanticismo.


La signora di Monza di Giuseppe Molteni


Successivamente la vita di Manzoni fu funestata da crisi epilettiche ed  una serie interminabile di lutti come la morte della moglie: la morte di Enrichetta lo colpì duramente. Nel 1837 si risposò con Teresa Borri Stampa, assai inferiore intellettualmente a lui , che morì poi nel 1861. Seguì con animo caldo il corso del Risorgimento, di cui condivise gli ideali e le speranze. Nel 1861 divenne senatore del Regno. Nel 1873 morì a Milano, ottantotto anni, nella casa di via del Morone, in seguito a una caduta che gli aveva provocato gravi sofferenze per due mesi. Gli furono tributati solenni funerali, alla presenza del principe ereditario Umberto. Verdi gli dedicò la sua Messa da Requiem al primo anniversario dalla morte.  

 
Pescarenico

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien quasi a un tratto, tra un promontorio a destra e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni...

 

 
Lago di Como : foto di Andrea Gatti