Angelo Michele Colonna, noto anche come Michelangelo
Colonna , nacque a Rovenna (frazione di Cernobbio) il 21 settembre 1604, figlio di Giovanni e di Caterina. Da ragazzo lavorò a Como sotto lo
pseudonimo di Caprera e iniziò ad interessarsi al mondo dell’arte. Il padre si
trasferì a Bologna per lavoro ed era contrario all’interesse per l’arte da
parte del figlio. Vincendo l'opposizione paterna, Angelo Michele frequentò a
Bologna la bottega del pittore Gabriele Ferrantini. Successivamente fu scoperto
da Girolamo Curti, il caposcuola dei quadraturisti bolognesi e divenne suo collaboratore
per completare la sua prima impresa
ovvero la decorazione della villa Paleotti a San Marino di Bentivoglio. Il
Colonna dipinse anche gli affreschi nel Palazzo Albergati a
Bologna. Nel 1625, con la
collaborazione di Ambrogi, affrescò Villa
Malvezzi-Campeggi a Bagnarola di Budrio. Nel
1622 partecipò quindi a lavori nel casino Malvasia a Trebbo di Reno, durante i
quali venne colpito da una malattia che
lo costrinse ad abbandonare momentaneamente l'attività. Nel 1625 il Colonna, raccomandato
da Alessandro Tiarini, aiutò a decorare la volta
della Chiesa di Sant’Alessandro a Parma. Questa impresa gli conferì una precoce
notorietà e sarà successivamente chiamato a Firenze dal granduca Ferdinando II de' Medici nel 1633
e nel 1636. Nel 1626 collaborò con Lucio Massari e Francesco Gessi alla
decorazione dell’Oratorio di San Rocco a Bologna. Successivamente nel 1627
dipinse la Chiesa di San Michele in Bosco. Da quest’anno in poi il Colonna seguì come figurista il Curti a Ravenna, a Ferrara,
a Parma nel 1628, a Modena nel 1631-32
fino alla sua morte nel 1632. Dopo la
morte di Curti, nel 1632, Colonna diede inizio ad una lunga collaborazione
(fino al 1660) con Agostino Mitelli. Una delle prime opere nate da
questa collaborazione è la decorazione
prospettica di una sala del palazzo che il cardinale Bernardino Spada, che era
stato legato a Bologna, aveva allora acquistato in Roma.
Nel 1636 il Colonna si reca a Firenze per
affrescare tre sale dell'appartamento estivo del granduca a palazzo Pitti , la
cui decorazione era stata interrotta dalla morte del pittore fiorentino
Giovanni da San Giovanni. Qui dipinse una sala da solo mentre nelle altre intervenne anche il Mitelli. Nel 1646 Colonna
e Mitelli decorarono il palazzo Estense di Sassuolo. Lavorarono anche alla
volta del distrutto Oratorio di San Girolamo di Rimini. Colonna
e Mitelli completarono nel 1657 un’ “Assunzione” nella cappella del Rosario
della basilica di San Domenico a Bologna. Fra il
1653 e il 1658 toccò alla galleria che porta all'altare maggiore della Chiesa
di San Michele in Bosco. Nel 1658, Colonna si recò in Spagna per lavorare alla
Corte di Filippo IV. Per questo lavoro venne
inizialmente contattato da Diego
Velázquez. Ritornato in Italia, nel 1662 collaborò con il discepolo
del Mitelli Giacomo
Alboresi e continuò ad essere
particolarmente attivo nella città di Bologna e a Firenze.
Nel 1671 Colonna si recò
a Parigi con Alboresi ed ottenne
commissioni a Versailles, che però furono interrotte da un litigio che segnò la
fine della loro collaborazione. Tornò a Bologna nel 1673 e dovette cercarsi un
altro quadraturista scegliendo un suo ex allievo Gioacchino Pizzoli. Nel 1677, ormai famoso per
i lavori fatti per i sovrani di Francia e Spagna il Colonna viene chiamato a
Lucca Chierici
regolari della Madre di Dio, per i quali decorò la tribuna della
chiesa di Santa Maria Corteorlandini.
Nella stessa città fu interpellato per la decorazione dell'abside del duomo e
dipinse anche la sala grande della villa
Arnolfini di Gragnano. Divenuto
cieco negli ultimi anni divita, il Colonna cessò di dipingere, ma la tradizione gli
assegna ancora la decorazione della cappella di villa Sampieri, a San Lazzaro,
presso Bologna, risalente al 1680, forse il suo estremo lavoro.
In questa
occasione egli si valse probabilmente una volta di più della collaborazione del
Pizzoli, che quello stesso anno sarebbe partito per la Francia con un altro suo
allievo, Alessandro Gherardini. Questo straordinario pittore cernobbiese nato
nella piccola frazione di Rovenna morì a Bologna nel marzo del 1687.