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sabato 9 febbraio 2013

Michelangelo Merisi: un rapido sguardo alla sua vita tormentata

Caravaggio ha sempre fatto parlare di sé : in passato, nel presente e sicuramente nel futuro...
 

Michelangelo Merisi nacque nel 1571. Perse il padre prematuramente e successivamente anche la madre all’età di vent’anni. Non è certo se il luogo di nascita del pittore sia stato Caravaggio o un paese in provincia di Bergamo, dove si era trasferita la famiglia per scappare dalla peste, in ogni caso lui si “firmò” sempre come  Michelangelo Merisi da Caravaggio e  per questo motivo è conosciuto semplicemente come il “Caravaggio”. Nel 1592 lasciò definitivamente la Lombardia e si trasferì a Roma dove diventò apprendista presso la bottega di Lorenzo il Siciliano e Antiveduto Grammatica per cercare nuovi stimoli, ma ambedue si rivelarono poco gratificanti sia artisticamente che economicamente. Caravaggio aveva in sé il dono della pittura e con questa esperienza  imparò  a dipingere velocemente ed in serie. A 23 anni entrò nella bottega di un altro pittore molto famoso ed apprezzato a Roma : il  Cavalier d’Arpino, e durante questa esperienza il Caravaggio si dedicò molto alle pitture morte ed ai fiori. L’idilliaco momento non durò a lungo a causa del brutto carattere del Caravaggio che si scontrò più volte con il suo maestro. L’anno della svolta fu  1595 quando  Caravaggio  conobbe il Cardinale Francesco Maria del Monte che notò immediatamente la qualità e le doti artistiche del giovane pittore ed offrì la sua preziosa protezione verso il suo pupillo. Grazie a questo incontro,  Caravaggio ottenne numerose committenze sia private che pubbliche e la sua fama si diffuse in tutta la  capitale. Il rapporto di Caravaggio con i soggetti sacri commissionati dalla chiesa fu  sempre burrascoso a causa della sua indole irrequieta e  moltissime pale d’altare e opere a tema sacro che gli erano state commissionate furono poi rifiutate suscitando scalpore e risentimento. Il suo carattere ancora una volta mise freno alla  sua attività artistica e le sue abitudini e frequentazioni di taverne e luoghi malfamati lo misero al centro di risse e problemi. Il Caravaggio non era uomo da tirarsi indietro di fronte ad una disputa e si trovo spesso in situazioni spiacevoli che riuscì a risolvere grazie all’intervento di qualche amico potente. Purtroppo l’esito di un ennesima rissa nel 1606 non fu delle migliori: Caravaggio rimase ferito ma uccise un uomo: Ranuccio Tommasoni. Accusato di omicidio venne condannato alla decapitazione, così dovette fuggire a Napoli per evitare la morte. Successivamente nel 1607 Caravaggio partì per Malta, ma poco dopo fu espluso dal territorio a causa della condanna a morte che pendeva sulla sua testa. Caravaggio fu definito come un uomo  foetidum et putridum”( fetido e putrido) e fu espluso da Malta.
 
Subito dopo nei due anni successivi andò in Sicilia dove fu aiutato a trovare lavoro dall’amico Marco Minniti. Caravaggio era estremamente inquieto per il peso della sua condanna che dava diritto a chiunque di decapitarlo. Lasciò la Sicilia per tornare a Napoli ospite della marchesa Colonna. In questo periodo viene a sapere della possibilità di cancellazione della condanna da parte del Santo Padre Paolo V così si imbarcò su una nave per Porto Ercole deciso ad incontrare il Papa portando con se una tela come merce di scambio, ma purtroppo venne arrestato erroneamente. Caravaggio aveva l’assoluto bisogno di recuperare il suo bagaglio compresa la tela per la sua definitiva libertà: un'opera, il "San Giovanni Battista" (della Borghese) in cambio della revoca della pena di morte; pertanto, quella cassa  era da recuperare assolutamente. Quando gli Orsini lo liberarono, fornirono al Caravaggio una loro imbarcazione con marinai per giungere a Porto Ercole per recuperare le sue cose, l'artista giunse mentre la nave stava ripartendo riportando a Napoli i suoi averi. In preda alla febbre e alla disperazione per veder svanire le sue speranze di salvezza, Caravaggio vagò delirante sulla spiaggia di Porto Ercole  e morì delirante il 18 luglio 1610. Aveva 39 anni. Pochi giorni dopo, giunse a Napoli la lettera, il condono papale che lo sollevava dalla sua condanna. Interessanti gli studi condotti recentemente dal prof Vincenzo Pacelli , grande esperto del Merisi, il quale  supportato da documenti dell'archivio di Stato e dell'Archivio Vaticano,  sposta nella laziale Palo il luogo della morte del grande artista per mano di emissari dei  cavalieri di Malta con il ''tacito assenso della Curia Romana''.
 
 
Ancor più recente l’ultime notizie in merito al Merisi arrivano da Milano con i  100 disegni del  Fondo Peterzano del Castello Sforzesco attribuiti al Caravaggio da due esperti bresciani. La notizia dell'attribuzione dei disegni ad un giovane  Michelangelo Merisi ha fatto il giro del mondo, destando  curiosità  e  l'indignazione da parte del  mondo accademico. Questa vicenda ha portato allo scoperto ad un altro  grande ed esperto critico d’arte bresciano, il dr.  Davide Dotti che si è opposto in prima persona esponendo la propria versione appoggiata e condivisa da moltissimi esperti. Davide Dotti è molto esperto di paesaggi e vedute lombarde del Seicento, non che scopritore di un Guercino inedito ed ha presentato prove inequivocabili che fanno cadere ogni sospetto.  Non si tratta di Caravaggio! Successivamente un altro pool di esperti di fama nazionale ed internazionale hanno preso in esame la vicenda confermando che non si tratta di opere del  Caravaggio e  il Comune di Milano ha deciso di presentare  una doppia denuncia contro gli autori dell’allarme sui disegni del  Merisi  spacciati per buoni.
 
Il critico d'arte Davide Dotti
 
 
un articolo riguardante la vicenda dei disegni del Castello Sforzesco